Tronchetto di Natale: un dolce tra leggenda e golosità

di Marianna Pascarella (aggiornata il 15-12-2017)

E’ un dolce che ha origine da un’antichissima tradizione: la vera storia del tronchetto di Natale, un ceppo di legno diventato dessert. Tra tradizione e magia.

Tronchetto di Natale: un dolce tra leggenda e golosità

C’era una volta una grande famiglia raccolta attorno a un caminetto acceso, alle pareti erano appese le ghirlande di Natale e nell’aria c’era profumo di muschio e di biancospino. Ogni Vigilia di Natale il nonno sceglieva un ceppo di legno, il più bello, il più duro, il più grosso, e lo metteva a bruciare, mentre il fuoco scoppiettante gli scaldava il viso, illuminandogli la lunga barba bianca.

Per fare in modo che il ceppo ardesse fino all’Epifania, il capofamiglia ci sistemava sopra dell’altra legna. Così il pezzo di legno bruciava lentamente e resisteva per 12 giorni e 12 notti, simbolicamente i 12 mesi dell’anno.

Ai resti del ceppo di Natale venivano attribuite proprietà magiche: le ceneri venivano sparse nei campi per assicurarsi un buon raccolto e per guarire il mal di denti.

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Le prime testimonianze di questa antichissima usanza, risalgono al lontano 1184, in Germania. Poi se ne hanno notizie anche in Italia, Francia, Spagna, Scandinavia e Balcani. Successivamente la tradizione del ceppo di Natale ha attraversato l’Oceano sbarcando in America e in Canada.

Ogni Paese del mondo ha però un suo caratteristico rituale, una sua tradizione con protagonista il ceppo di buon’augurio.Tronchetto di Natale: la tradizione

Ecco qualche esempio.

In Francia tutta la famiglia era impegnata nella scelta del ceppo: quello prescelto veniva messo sotto il letto come protezione dai fulmini.

In Inghilterra, invece, del ceppo se ne conservava sempre un ciocco, con cui si riaccendeva il nuovo ceppo l’anno successivo.

In Norvegia il ceppo poteva sceglierlo soltanto il padre.

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Qualora fosse stato acquistato, in America, il ceppo di Natale veniva considerato di cattivo. Al contrario, diventava un portafortuna se veniva raccolto in un bosco di proprietà.

In Italia il capofamiglia prendeva fra le braccia il ciocco come se fosse un neonato e lo adagiava delicatamente nel camino dandogli fuoco con una fascina di ginepro benedetto.

Dalla tradizione al dolce

Che fine ha fatto, oggi, la tradizione del ceppo di Natale? Oggi quel tronchetto di legno beneaugurante, a causa della rarità di focolari domestici, non viene più bruciato, ma mangiato. E si è trasformato in un goloso dolce al cioccolato.

Merito dei francesi, che per primi, in tempi abbastanza recenti, hanno trasformato questa tradizione in un dessert. Che comunque conserva l’antico significato simbolico.

In tempi abbastanza recenti (1945), dunque, i nostri cugini d’Oltralpe hanno inventato il tronchetto di Natale, un rotolo di pasta biscotto che riprende la forma del classico ceppo di legno presente nella tradizione di molti paesi, ripieno di marmellata e ricoperto di cioccolato: è questo il motivo per cui il ceppo portafortuna è noto anche col suo nome francese: bûche de Noël.Tronchetto di Natale: il dolce natalizio per eccellenza

Le versioni della ricetta del tronchetto di Natale

La ricetta tradizionale prevede una morbida base di pasta biscotto (o pasta biscuit), un ripieno alla marmellata e una copertura al cioccolato con striature che ricordano le venature del legno.

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Ma oggi sono innumerevoli le versioni che si discostano da quella tradizionale. Qualche esempio? Al posto della marmellata farciture più ricche e corpose come il ripieno di ganache al cacao, crema al cioccolato bianco, crema pasticcera, crema alla nocciola, bagna al caffè, al cacao o al rum…. E chi più ne ha più ne metta! Non mancano inoltre le versioni salate: con salmone, formaggio spalmabile, stracchino, prosciutto crudo, patè di olive nere.

Io ti do la ricetta base del tronchetto di Natale, sbizzarrisciti poi con tutte le varianti che preferisci!Tronchetto di Natale: la ricetta del buche de Noel

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