La Pastiera napoletana: storia e tradizioni

di RicetteDalMondo.it (aggiornata il 17-02-2016)

La pastiera è il dolce simbolo della tradizione napoletana, regina indiscussa sulla tavola delle feste.
Come tutti i dolci della tradizione c'è sempre una storia che li accompagna. Che sia una semplice leggenda o una storia vera ci piace conoscere gli aneddoti legati a questo dolce tanto diffuso sulle nostre tavole.

La Pastiera napoletana: storia e tradizioni

La pastiera napoletana ha avuto il riconoscimento di prodotto agroalimentare tradizionale campano (P.A.T.), per quanto sia un dolce preparato, sicuramente con differenti sfumature, anche in alcune zone del Lazio ed in Calabria. Ed è proprio per questo motivo che quando si parla di pastiera, inevitabilmente ci si riferisce alla pastiera napoletana.

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La pastiera è un dolce che nasce nel Cinquecento e sicuramente la ricetta di base era differente da quella che conosciamo oggi, veniva preparata in occasione delle feste pagane e per dare il benvenuto alla primavera.
Durante queste feste le sacerdotesse di Cecere portavano in processione un uovo come simbolo di vita nascente.

La leggenda del mare

Un'antica leggenda racconta che una sera le mogli di alcuni pescatori, lasciarono sulla spiaggia delle ceste che contenevano ricotta, frutta candita, grano, uova e fiori d'arancio come offerte per il Mare, affinché fosse benevolo e lasciasse tornare a casa sani e salvi i loro mariti. Il mattino seguente le donne tornarono in spiaggia per accogliere i loro mariti e notarono che durante la notte le correnti avevano mischiato gli ingredienti creando così una torta: la pastiera. Il mare non solo gli aveva riportato i consorti sani e salvi ma lasciò loro un dolce fantastico.

La leggenda della sirena Partenope

Un'altra leggenda narra che la sirena Partenope  avesse scelto come dimora il bellissimo Golfo di Napoli, disteso tra Posillipo e il Vesuvio. Ogni primavera la bella sirena emergeva dalle acque per salutare le genti felici che popolavano il golfo, allietandole con canti d'amore e di gioia. La gente allora per ringraziarla di quei canti dolci e soavi le portarono dei doni, precisamente sette, come il numero delle meraviglie del mondo.
I doni furono consegnati dalle sette fanciulle più belle e ognuno di questi doni aveva un significato particolare.
La farina era simbolo di ricchezza; la ricotta quello dell'abbondanza; le uova stavano a significare la riproduzione; il granocotto con il latte rappresentava la fusione del regno animale con quello vegetale; i fiori d'arancio ricordavano il profumo della terra campana; le spezie stava a significare l'omaggio di tutti popoli; lo zucchero per ricordare la dolcezza del canto della sirena.
La sirena felice dei doni ricevuti si inabissò e fece ritorno alla sua dimora e depose i preziosi doni ai piedi degli dei. I quali, anch'essi incantati dal canto della sirena, decisero di riunire e mescolare con arti divine tutti gli ingredienti, trasformandoli in questa torta pastiera che superava in dolcezza il canto stesso della sirena.

La storia de "la regina che non sorride mai"

Un'altra storia, ben più nota, racconta che la regina Maria Teresa d'Austria, moglie di Re Ferdinando II di Borbone, soprannominata dai soldati come “la regina che non sorride mai”, cedette su insistenza del marito, famoso per sua ghiottoneria, ad assaggiare una fetta di pastiera. La regina non poté fare a meno di sorridere assaggiando una tale bontà. Il Re allora compiaciuto dall'espressione della consorte cedette ad una battuta: “Per far sorridere mia moglie ci voleva la pastiera, ora dovrò aspettare la prossima Pasqua per vederla sorridere di nuovo”. 

Le origini della ricetta della pastiera napoletana

Il dolce che siamo solito gustare durante il periodo pasquale, probabilmente è nato nella pace del convento delle suore benedettine di San Gregorio Armeno, un posto tranquillo proprio nel cuore di Napoli. Le suore erano famose per la loro bravura nel preparare i dolci e durante il periodo pasquale erano solite preparare grandi quantità di pastiere per le mense delle dimore patrizie e per la ricca borghesia.

Chi conosce la ricetta originale?

Ogni brava massaia napoletana crede di essere proprietaria della ricetta originale della pastiera, perché come ogni dolce della tradizione si tramanda di famiglia in famiglia. Una cosa è certa la pastiera va preparata con qualche giorno d'anticipo e consumata solo dopo che gli aromi si siano amalgamati bene in modo da conferire quel profumo e quel sapore che la contraddistingue da tutti gli altri dolci.
La pastiera, insieme al babà e alla sfogliatella, è il dolce più esportato nel mondo, il suo gusto e la sua frolla è apprezzato da tutti. Nelle pasticcerie napoletane è possibile trovarla anche in altri periodi dell'anno, solitamente a Natale.

La sua ricetta richiede tempo, ma una volta fatta vi riempirà di soddisfazioni, ricordate di cuocerla in un vassoio di alluminio e di servirla direttamente lì dentro.La pastiera: storia e origini

Ora cosa aspettate a farla...a voi con le mani in pasta!

Leggi e prova la mia ricetta della  Pastiera napoletana

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